Ho pensato di non farcela, più e più volte. Di non poter stare ai tempi degli altri, di non poter sostenere i ritmi, di non riuscire a mettere da parte la malattia in favore della mia vita. Purtroppo la SM non ti lascia spazio, non si lascia mettere da parte e non si può controllare, nemmeno quando si vorrebbe. Sono stata messa in panchina, sono stata costretta a stare in un angolo ad aspettare. Mi sono sentita persa, ho perso il ritmo e ho perso amici perchè andavano ad un ritmo che non era il mio. Ho perso la spensieratezza che si dovrebbe avere a 24 anni perchè ho dovuto fare i conti con corridoi vuoti e stanze paurosamente silenziose. Sono stata così attenta a non ferire chi mi circondava che ho imparato ad essere malata con discrezione, senza disturbare troppo. Mi sono sentita un fallimento e mi sono sentita sola perchè dovevo stare al mio passo quando invece gli altri riuscivano a correre. Mi sono sentita inadeguata, in difetto, e ho dovuto fare i conti con me stessa per non rimanere in quello spazio così stretto da togliermi il fiato. Ho dovuto imparare ad accettarmi, a rispettarmi e a rispettarla. E ne approfitto per dire questo: non dite mai ad una persona con la Sclerosi Multipla che "questo non lo puoi fare". Mettete la testa dietro le loro quinte, anche solo per un momento, per vedere cosa c'è dietro, tra la forza, la voglia di non mollare e la fatica. Gioite per ogni traguardo raggiunto ma non siate stupiti: siamo abituati a continuare a lottare e a vincere.