Il mio grazie è rivolto soprattutto a me stessa per non aver mai mollato nonostante i giorni no. Il grazie più importante è per mio marito e mia figlia che non mi hanno mai e non mi considerano nemmeno ora una persona ammalata, nonostante la mia sedia a rotelle. Mi ricordo ancora il giorno della diagnosi: era il mio 45esimo compleanno. Io e mio marito ci siamo guardati negli occhi e io ho detto a mio marito: «vai. Fatti un'altra vita. Mi arrangerò da sola, non preoccuparti se non te la senti». Mio marito, guardandomi negli occhi, mi ha risposto «Non ti ho mica sposato solo per le tue gambe. Anche se non ti andranno più, continuerai comunque a "rompere"». Sono passati tanti anni e aveva ragione lui: le gambe non vanno più, ma io continuo a rompere! Quest'anno per il mio compleanno mi ha regalato una crociera. Per lui sono rimasta la Gabri che ha sposato 36 anni fa, che le gambe vadano o non vadano, non è cambiato niente. Grazie amore!