È un Giovedì mattina particolare, sono le 07:20 e mamma mi accompagna alla stazione dei treni.
È l’ultima persona a sapere di questa mia iniziativa, perché - lo sappiamo bene - le nostre mamme sanno di che paure siamo impastate: paure che puzzano di fallimento; paure che mangiano l’autostima; paure che bruciano lo stomaco.
Fino all'ultimo ho riservato un momento speciale a questa frase. Quel giovedì ero pronta partire insieme a due treni: il treno del “coraggio” e il treno della “paura”. Ci vuole coraggio per sentirsi in grado di; ci vuole coraggio per partire in compagnia di un ospite indesiderato; ci vuole coraggio per affrontare i propri pensieri. Ci vuole paura per sentire un corpo che non ti ascolta; ci vuole paura per imparare a gestirsi; ci vuole paura per scardinare la routine, per andare oltre, dove la tua fantasia vorrebbe portarti.
Insomma, abbiamo bisogno di colpi e contraccolpi e io, quel giovedì, ho dato vita ad un nuovo movimento interiore fatto di curiosità, più che di incertezze, domande più che dubbi. Avanti tutta, allegramente! Anche con la Sclerosi Multipla, con quello che c’è, coi sintomi annessi. Si vive “qui” ed “ora”, questo non lo dimentico. Non sono pazza nel dire che la malattia mi ha dato un contraccolpo necessario alla mia crescita personale.
La sclerosi multipla mi ha urlato in faccia queste tre parole: e io non posso e non voglio ignorarla. “Mamma, vado in Spagna!”.