Storie di progetti e sogni
che non si fermano con la Sclerosi Multipla

Sono Giulia, una mamma. Mia figlia è il centro del mio mondo. Quando non riuscivo a capire cosa succedeva al mio corpo stavo male, mi colpevolizzavo e mi isolavo. Non era facile fare capire alla mia cucciola cosa mi succedeva, non lo capivo nemmeno io! Mio marito, mia figlia e la mia famiglia mi sono sempre stati accanto, anche quando i sintomi della sclerosi multipla non li capivamo. A tratti non ero più la stessa Giulia... Quando è arrivata la svolta? Un giorno come tanti, ero al parco e guardavo le altre mamme. Loro correvano con i figli, li sollevavano per metterli sullo scivolo e li prendevano al volo per farli volteggiare. Ho voltato lo sguardo, Arianna saliva sullo scivolo da sola, scendeva e io battevo le mani esultando. Non riuscivo a correre con lei, le mie gambe si bloccavano e mi facevano male. Non riuscivo a tenerla sollevata per farla arrampicare. Le mie braccia cedevano. Arianna mi è venuta incontro e mi ha abbracciata. Forse i bambini davvero capiscono meglio di noi la nostra tristezza. "La mamma ti vuole bene...", le ho sussurrato e lei li mi ha stupita e mi ha detto: "Mamma non importa se non corri, tu mi porti in pullman e facciamo le torte...". In quel momento ho capito che dovevo cambiare prospettiva, che non ero finita. Ho capito che la sclerosi multipla può fermarmi le gambe, le braccia, forse anche la voce ma non fermerà mai la mia voglia di vivere, la mia voglia di fare le cose... Certo le farò a modo mio, con modi e tempi diversi, ma comunque continuerò a farle, perché io ... NON SONO LA SCLEROSI MULTIPLA. Da quel momento, ogni giorno faccio quello che mi fa stare bene, quello che va fatto. Con i miei limiti, con i miei tempi. Gioco con mia figlia, leggiamo, scrivo, cuciniamo e facciamo tante passeggiate. Da quel giorno non guardo le altre mamme sentendomi inferiore o diversa, sono solo fatta così. Da quel giorno ho smesso di sminuire quello che faccio e guardo quello che, nonostante tutto, riesco a fare. Da quel giorno mi sono messa in gioco, come mamma, come donna. Ho tirato fuori tutti i sogni dal cassetto e ho iniziato a realizzarli. Ho aperto un blog, l'ho fato per me, perché sono importante, perché ho ancora il diritto di fare le cose. Ho iniziato a conoscere persone nuove e diverse, ho lasciato andare la paura di essere giudicata e ho dato il benvenuto a una nuova voglia di vivere.