Storie di progetti e sogni
che non si fermano con la Sclerosi Multipla

Sono stata diagnosticata nel 2003. Due figli di 2 e 7 anni, un lavoro che mi piaceva, un marito e una vita. Il mondo mi è crollato, ero spaventata, disorientata, sola nel mio dolore, non volevo che i miei amici e la mia famiglia pagassero per la mia malattia. NON ERA COLPA LORO! Solo dopo molti anni ho compreso che non era neppure colpa mia. Un giorno, il mio piccolo di due anni era irrequieto e io, stanca e preoccupata perché aspettavo le risposte dei miei esami, ero irritata. Stavo per rimproverarlo e lui, che non parlava ancora bene, mi ha dato un bacio e mi ha detto: "Mamma, ti voglio bene!". Mi sono messa a piangere e il mio bimbo di 7 anni mi ha abbracciato e mi ha sussurato: “Non ti lascerò mai..." E lì mi è stato chiaro che dovevo vivere per loro, che la SM non avrebbe vinto. Che, nonostante i limiti, ero la loro mamma e che loro si meritavano una mamma forte e con tanta voglia di vivere. Così ho deciso: avrei lottato per loro. Ed oggi, dopo 14 anni, con le stampelle e la Sar per uscire, sono - insieme a mio marito - il mio orgoglio, il mio bastone, il mio supporto. Sono fantastici, premurosi. Sono felice di vivere e non vorrei essere in nessun posto se non qui. Certo, ho dovuto fare delle scelte come lasciare il lavoro, non vedo quasi più e mi manca l"equilibrio. Ci sono giorni in cui sono più vulnerabile e vorrei almeno qualche ora di "normalità”, ma continuo a lottare e spero che il mio modo di affrontare la vita sia da esempio per i miei figli.