Ho attraversato varie fasi, la prima di sconforto, poi di rabbia e infine rassegnazione. Mi sono ritrovata a casa dal lavoro, destabilizzata, nell'impossibilità di vedere mia figlia, che era bloccata in Lombardia, quindi con un'ulteriore preoccupazione. L'altra figlia, vive in una zona totalmente opposta alla mia, quindi sola. Le uscite che facevo una volta a settimana per andare al supermercato mi sembravano una conquista, poi tornavo a rifugiarmi nella mia casa, nei miei pensieri, con i miei gatti. Nel frattempo, per la mia patologia, c’è stata la sospensione della terapia a causa delle direttive ministeriali, ma ho eseguito esami di controllo e risonanza magnetica, che mi hanno ricordato il motivo per cui non posso riappropriarmi della mia vita. Fino a qualche mese fa la davo per scontata e ora ne ho capito l'importanza. Non nego che a volte ho creduto di impazzire: ritrovarsi tra quattro mura non è cosa da poco, quindi l'ansia di tanto in tanto si è fatta sentire. È arrivato il mio compleanno, il compleanno di mia figlia, la ricorrenza della morte di mio padre, Pasqua, la Festa della mamma, tutte date importanti trascorse da sola. Per ovviare a queste mancanze ho imparato a fare tante ricette che non sapevo fare. La pastiera napoletana, il pane, la pizza e dolci di vario genere, tutte documentandole tra foto e videochiamate: il mezzo con cui mi sono sentita più vicina alle persone a me care. Spero di tornare presto alla normalità, altrimenti dovrò rivedere il mio guardaroba.