Storie di progetti e sogni
che non si fermano con la Sclerosi Multipla

Più passa il tempo e più rifletto e mi accorgo che io indosso esperienza, coprendomi di capelli (pochi) e peli (tanti) bianchi. Mi accorgo, come un fiore quando si apre, che la SM è proprio come una bambina. Conto innumerevoli i suoi capricci. È una bambina che urla e mi fa star male. Che scalcia la notte e non mi fa dormire. Che mi chiude gli occhi a forza dicendomi, come un sonnifero, che devo dormire anche in piedi e di giorno. Quando muove le braccia e le gambe come vuole e senza obbedirmi mai. Quando è gelosa al punto da riempirmi di formicolii tutto il corpo pur di avere le mie attenzioni. Quando mi suggerisce, con il suo fastidio, di fare la prossima iniezione altrove (la pancia è già tutta piena di bozzoloni). Quando nasconde le mie vene, offese da tutti questi anni di iniezioni e prelievi, e alla fine si arrende. Quando non vuole farmi ricordare mai quel nome che avevo sulla punta della lingua. Che dire sulla continua richiesta di RMN, che tocca rifare se solo fai uno starnuto, permalosa anche lei. Poi sempre con il contrasto, geloso lui, ci vuole essere sempre nell'allegra compagnia. Ma poi questa assurda mania di obbligarmi a correre ogni volta al bagno urgentemente e poi niente. E tante, tante altre cose, che alla fine, alla fine la SM come una bambina la si ama e la si odia.