Agosto del 2018. Avevo partorito da quattro mesi e mezzo quando ho iniziato a vedere delle macchie nere dall'occhio sinistro. Passerà, mi dicevo, ma non passava. Nel giro di una notte passata in pronto soccorso e di una risonanza la mattina successiva, ho ricevuto la mia diagnosi. Sclerosi Multipla recidivante remittente. SMRR. Da zero a cento in un millesimo di secondo. Un nome che fa paura, tutto è incerto, letteralmente un salto nel buio. Potenzialmente invalidante, potenzialmente degenerativa. Potenzialmente è una parola chiave in questa malattia: tutto può succedere come no. Si deve imparare e vivere nel presente, attraverso il condizionale. Come ho sconfitto la paura di questa "nemica invisibile"? Del tutto forse non l'ho ancora sconfitta, sono ancora in viaggio. Ci sono dei momenti scanditi in questi anni dove ho sentito forte la speranza e la fiducia nel futuro. Ne racconto uno, forse il più significativo. Luglio 2019 è stato un momento davvero difficile. Avevo appena fatto la risonanza di controllo dopo sei mesi dall'inizio della terapia e questa mostrava l'attività intensa della malattia. Il morale era a zero. "Dottore, sono tanto arrabbiata perchè tutto questo mi è successo nel momento più bello della mia vita". Dall'altra parte è arrivata una risposta, poche parole: "Lo so. Ricorda che, nonostante tutto, è ancora il momento più bello della tua vita". Con quella semplice frase, la speranza ha assunto un nuovo sapore, in quel momento è tuttora.