Storie di progetti e sogni
che non si fermano con la Sclerosi Multipla

Quello che mi faceva disperare dopo la diagnosi, nel 2005, era non poter più seguire mia figlia Stefania quando avrebbe cantato nelle serate, quando avrebbe recitato a teatro. Avevo paura di non riuscire più a starle vicino e che non sentisse più il mio amore per lei. Stefy, nonostante i suoi 18 anni di allora, era il mio unico appoggio e così giovane lavorava, faceva serate canore, frequentava l'Accademia dello Spettacolo come cantante, attrice e cantautrice e poi si curava di me. Mi ha fatto da figlia, da sorella, da mamma e da amica. Così ho capito che dovevo vincere la paura e cercare di migliorarmi chiedendo aiuto anche ai servizi sociali e agli uffici di competenza, per capire come poter riorganizzare la mia esistenza. Quando non ricevetti risposte, iniziai a scrivere lettere agli organi competenti e articoli di giornale sull'accaduto. In contemporanea, ho scritto il Progetto Fragilità a Tutela per i Diritti dei Disabili con tutte le incongruenze e i no ricevuti. Da lì ho iniziato a modificare il mio habitat in casa. Ho scritto al Presidente della Repubblica che ha preso in considerazione il mio Progetto Fragilità e ci ha convocato al Quirinale a Roma. Quel giorno mi sono sentita importante e gioiosa per aver realizzato una cosa così grande. Mi sono sentita volare come un gabbiano reale bianco. Questo casting è molto importante per me per far capire che non dobbiamo mollare mai, ma vivere e gioire delle cose belle della vita. Io ho imparato a farlo e vorrei essere d'aiuto.