Storie di progetti e sogni
che non si fermano con la Sclerosi Multipla

Mia zia è mancata per un tumore al cervello all'età di 33 anni. La sua lunga malattia è stata vissuta con dolore, apprensione e angoscia da tutta la famiglia. Avevo 13 anni quando se n'è andata e casa nostra mi è sempre sembrata avvolta da una coperta grigia. Per questo, quando mi è stata diagnosticata la SM, sono stata sollevata: meglio questo di un tumore. Ovviamente ho avuto paura, ho paura, ma sin da subito ho cercato cosa potessero significare per me quelle due lettere e ho deciso: Super Mamma. Lo sarei stata, cerco di esserlo, per le mie belve, due perle di 10 e 8 anni a cui ho deciso di non far pesare la situazione e ho scoperto di essere molto più energica, positiva e ottimista di quanto non credessi. Vedo la SM come una metafora della vita, ogni giorno devi essere capace di reinventarti perchè tutto potrebbe cambiare. Nell'ultimo anno ho accettato sfide lavorative importanti in cui mettermi quotidianamente alla prova e la SM ci ha messo del suo cercando di mettermi i bastoni fra le ruote, ma continuo a sfidarla senza piangere, a testa alta, con la tenacia che mai avrei pensato di avere. Ho scoperto il mio superpotere attraverso le parole degli altri: "sei un esempio", mi dicono, "E' incredibile che cerchi di trovare il lato positivo in questa situazione". Non ci avevo mai pensato. Non sono l'Eliana di prima: la SM mi ha resa più forte e combattiva, ancor più pronta a reinventarmi quotidianamente.