Ciao Pietro, è un po' che desidero scriverti, credo letteralmente una vita, ma ammetto che ho sempre fatto fatica a farlo. Ho scritto 4 libri pur di fuggire da me stesso perchè per quanto ci possiamo illudere, scriviamo prima per noi stessi, perchè alla carta non possiamo tradire. Curioso come questa pandemia dell'anima prima che del fisico, abbia contribuito a farmi guardare dentro in un periodo in cui ancora di più la gente cercava di fuggire da se stessa, cercando una fazione in linea con i propri pensieri. Non ho scritto nulla in questi tre anni, certo a Marzo del 2020 annunciata la pandemia mai mi sarei aspettato ciò che è successo. Alla fine, la paura per la vita che tutto ti spingeva a credere che avresti perso, si è conclusa con la perdita della vita di chi al mondo ti ci ha messo. La morte è nell'ordine del vissuto, quello che temevo è il modo, che si è rivelato essere un modo creativo, perchè il cancro, purtroppo, tutt'oggi fatica ancora ad essere main stream. "Per rendere eterno un ricordo realizza un desiderio di chi non c'è più" cita una vecchia guida buddista. Mia madre aveva sempre espresso il desiderio di ricongiungersi con mio padre e così Pietro ho fatto, ho scritto finalmente un libro per me, pensando a dei passi che mio padre avrebbe compiuto verso di me per avvisarmi che mia madre stava bene. E così è stato, ho "trasformato il veleno in medicina", come dicono i buddisti, perchè la scrittura è l'antibiotico dell'anima. Grazie Pietro, con infinita gratitudine Te stesso.