Quando Lei è arrivata stavo vivendo il periodo più bello ed entusiasmante del mio percorso da atleta. La preparazione, gli allenamenti, i sacrifici... sognando di calcare nuovamente il palco. Un sogno spazzato via in una fredda giornata di novembre di quattro anni fa. Le gambe non le sentivo più, non riuscivo a camminare, non riuscivo più a muovermi. Improvvisamente avevo perso il controllo del mio corpo. Un susseguirsi di esami, ricoveri, terapie e lo sconforto di non poter essere più la Patrizia di prima... energica, vitale, inarrestabile. Ho lottato tanto contro i miei mostri. Avevo paura. Mi sentivo persa. Dove ero finita? Lo scoraggiamento ha fatto spazio alla reazione consapevole che non avrei sempre vinto. Riabilitazione, fisioterapia. Se un giorno facevo un passo, il giorno dopo ne facevo due e il giorno ancora dopo tre. Anche se piangevo. Anche se tutto faceva male. Anche se lei era là ad aspettare che cadessi. Ma quei passi sono diventati quattro, poi venti, poi un chilometro. Poi sempre qualcosa di più fino a decidere di ritornare in palestra. Dopo ben due anni e mezzo di stop. Non è stato facile. Viaggiavo su una montagna russa dove ogni volta che entravo mi scontravo contro i miei demoni. E lo è ancora adesso. Se è vero che "volere è potere" allora io posso. Con i miei limiti ma posso. Posso vincere le miei paure. Auguro a tutte le persone che come me si sono sentite perse, tradite dalla vita, di ritrovare la forza, la speranza e la voglia di riscrivere la propria Storia.