
La mia prima volta, a seguito della diagnosi, è stata un respiro profondo e l'aver pronunciato in mente: "Ah, ecco perchè! Finalmente..." I molteplici sintomi visitati dai vari specialisti, non avevano condotto ad una intuizione che potesse appunto far pensare alla SM. Ho dunque fatto mente locale di tutte le difficoltà che ho dovuto affrontare in passato, principalmente per i sintomi invisibili e la forza che, nonostante fossi inconsapevole della mia patologia, ci ho sempre messo per riuscire a superare costrizioni psicofisiche di spessore. Oggi so per certo che anche la mia grande passione per le pratiche filosofiche, nonchè la mia fede, mi hanno supportato nei momenti di smarrimento. Ad esempio, preso dalla fatica cronica, invece di demoralizzarmi oltremodo per la mancanza di forze e il conseguente dover giocoforza procrastinare il raggiungimento dell'obiettivo, mi fermavo e, riposandomi, raccoglievo maggiori informazioni e approfondivo ulteriormente la "difficoltà" da superare. Così, quando di nuovo possibile, avevo partorito ulteriori strategie che, seppur con meno tempismo, mi permettevano comunque di rimettermi a pieno titolo in carreggiata. Stoicamente e principalmente socraticamente indagando altresì con altre persone di esperienza, sono riuscito di volta in volta a reagire alle frizioni, ora lo so, dettate dalla mia malattia. Grazie e forza, sempre! Saluti, Francesco