Storie di progetti e sogni
che non si fermano con la Sclerosi Multipla

Questa storia racconta di un cane amante della pizza, terrorizzata dai temporali, migliore amica di un gatto e che amava morsicare l'acqua della canna di irrigazione. Racconta anche di me, che ad agosto 2024 ho dovuto cambiare terapia e, nel caldo degli ultimi giorni di luglio, sottopormi ai temuti boli di cortisone. Mi chiamo Lucrezia, ho la sclerosi multipla recidivante remittente e da aprile 2016 sono stata curata con una terapia che mi ha accompagnata per diverso tempo. Per otto anni in ospedale mi aspettavano le flebo. Insieme a loro avrei incontrato un gruppo di amici: cinque pazienti che, insieme a infermieri e medici, hanno sempre reso quel momento speciale. Come un appuntamento al bar, per bere un caffè insieme. Un caffè che sarebbe durato un po' di ore e avrebbe lasciato qualche strascico il pomeriggio, ma con un valore inestimabile. A gennaio 2024 ho ricevuto la notizia che avrei dovuto cambiare terapia. In quel momento alla malinconia si aggiungevano il timore per il primo cambio di terapia dopo la diagnosi e per il primo ritorno ai boli di cortisone. Così, mentre tanti mi dicevano che mi avrebbero dato forza, io ricordavo solo l'agitazione e la tensione di quei momenti otto anni prima. Ci sono delle persone speciali che mi hanno aiutata in quei giorni di luglio, ma sono sicura che tornare a casa dall'ospedale e trovare Cippi attendermi per giocare con la canna dell'acqua mi abbia dato la forza, la simpatia e la spensieratezza per vivere quelle prime volte così complicate.