Otto anni fa la diagnosi, a 29 anni. Un colpo durissimo. Lui mi disse: “Adesso vieni a vivere con me!”. Grazie a colui che dopo 2 anni è diventato mio marito, perché mi ha presa per mano e mi ha salvata, strappandomi da una situazione che mi avrebbe sotterrata. Dico grazie a chi, dopo aver saputo della malattia, me ne ha fatte talmente tante da costringermi a lasciare il lavoro (bella gente, no?), perché ho capito che sono meglio di loro e, soprattutto, perché poi è arrivato mio figlio e, nell’istante stesso in cui è nato, mi sono ripresa tutto quello che la vita mi aveva tolto. Grazie a chi sa tutto e fa finta di niente, grazie a chi non sa niente o non mi conosce e mi permette, qualche volta, di “recitare” la parte della persona sana! Grazie un po’ anche a me, che non mi arrendo.