Il mio grazie è per la mia voglia di vivere e di ridere. Ce l'avevo prima della diagnosi, l'ho persa per un po’, ma poi l'ho ritrovata. Era lì che mi aspettava. Per superare i giorni no, le gambe alla Pinocchio, i ricordi persi, le cose che ti cadono dalle mani, la rabbia e il pianto, la stanchezza incontrollabile, la spada di Damocle sulla testa tutti giorni, tutte le mattine quando ti svegli e ti chiedi: «chissà se oggi sarà come ieri o peggio o meglio...». L'unico modo è sorridere e vivere, vivere tutti i giorni e ridere, ridere di cuore.