Storie di progetti e sogni
che non si fermano con la Sclerosi Multipla

Dopo 7 anni di pellegrinaggio da un medico all'altro, alla bella età di 42 anni, è arrivata la diagnosi di SM e con essa la disperazione. Ho passato circa 3 mesi piangendo notte e giorno, finché una domenica mattina di giugno, mi sono alzata, mi sono messa davanti lo specchio del mio comò, mi sono guardata attentamente e mi sono data uno schiaffo con tutta la forza che avevo. E ho cominicato a parlare con quella donna che era davanti a me come se fosse stata una estranea. L'ho rimproverata per come stava affrontando tutta la situazione, chiedendole se era meglio avere una diagnosi di SM o sentirsi dire "Signora, a lei restano circa 2 mesi di vita!" Ecco, da qui ho giurato a me stessa che dovevo solo lottare e imparare a convivere con tutte le difficoltà che una SM poteva portare. Mi sono data delle regole per far sì che questa maledetta bestia nera mi portasse via il meno possibile di tutta quella vita che mi ero costruita con sacrificio: un marito, due figli adolescenti, un lavoro, i genitori e suoceri ormai anziani. Sono passati 18 anni, ne ho passate tante e ho lottato tanto. Non ho più versato una lacrima (solo qualche – forse – tanti cazzotti alla porta del mio armadio) e mi ritrovo con mio marito che mi adora, i miei figli che stanno disegnando la loro strada senza che io sia stata il loro freno a mano, il lavoro che ho tenuto e fra tre anni - se Dio vorrà - andrò in pensione, i miei cari vecchietti non hanno MAI saputo del mio grande problema poiché volere è potere. E, ogni tanto, fare l"attrice" si può! Ci