Ventuno anni fa una parestesia facciale è stato l'inizio. Sulla mia strada ho trovato due angeli, due medici amiche, che mi hanno indicato la strada per scoprire che era la SM. La "strada" è stata un gruppo di specialisti e ricercatori. Nel frattempo, ho dovuto rinunciare a un secondo figlio. Solo ora mi hanno dato via libera alla maternità pur essendo in cura. La vita mi ha riservato però, prima della malattia, una splendida figlia che ora è ingegnere. La mia vita non si è mai bloccata per la SM: avevo deciso che non mi sarei risparmiata su niente, potevo dare tanto a tante persone. Sono stata giocatrice di pallavolo, così sono diventata allenatrice e mi sono letteralmente buttata nell'organizzazione di una società sportiva, diventando anche vicepresidente. Fino a quattro anni fa ho allenato i bambini del mini volley, finchè la mia malattia mi ha bloccato. Solo parenti e amiche strette lo sapevano: non volevo far preoccupare nessun altro. Questa attuale fase progressiva mi porta ad avere crisi come non ho mai avuto. Le supero,certo, non posso portare la mia famiglia a fondo con me. Ho un grande uomo come marito e una grande donna come figlia. Sono magici: riescono a esserci sempre, anche quando non li vedo. Questa è la via che voglio vivere, condividendola con chi mi vuole bene.